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Progettando sostenibilità
L'albero dei problemi e degli obiettivi

L’analisi, l’albero dei problemi e degli obiettivi
Nel precedente articolo si è trattato brevemente della realizzazione di azioni profittevoli ed efficaci, evitando di perdere tempo in azioni non significative, tracciando un percorso verso l’ impresa sostenibile ed il volontariato.
Per interventi efficaci e durevoli è importante cominciare ad utilizzare un “Linguaggio” di programmazione, che, oltre a garantire una notevole efficacia ed efficienza, ci garantisca anche di essere ascoltati e soprattutto creduti.
È fondamentale in questo contesto utilizzare matrici logiche per impostare il proprio lavoro.
Le principali organizzazioni che operano progettazione a livello internazionale e la stessa Unione Europea utilizzano degli strumenti comuni al fine di realizzare azioni il più possibile condivise e profittevoli, l’insieme di tali strumenti è noto comunemente come “Project Cycle Management” (PCM) o Gestione del Ciclo di Progetto (GCP).
Questo articolo riprende parte della guida al project cycle management che trovate interamente al seguente link , fornendo alcuni elementi per un approccio pratico alla materia.
Nell’esperienza comune vissuta sui nostri territori spesso capita di associare tale categoria di strumenti ai soli tanto novellati “Europrogettisti”; invece in tale rubrica si intende stimolare la vostra curiosità nell’approfondire questi metodi di analisi e progettazione per utilizzarli nella vita quotidiana, in particolar modo nello sviluppare percorsi volti alla tutela del nostro ambiente naturale e della biodiversità.
Analisi, una storia di fantasia:
Un personaggio di fantasia che chiameremo Mario Rossi, neolaureato, ha la geniale idea avviare un’attività imprenditoriale per la promozione dei sentieri naturali della zona collinare in cui abita, la sua idea è di creare un’ attività che stimoli il turismo “Green” e di reinvestire parte dei fondi guadagnati in un progetto di riforestazione e per la sensibilizzazione degli studenti a scuola sulla protezione dell’ambiente naturale e della biodiversità.
Mario ha questa idea in testa e ne inizia a parlare con gli amici che la trovano assolutamente geniale! Occorre solo trovare i fondi per realizzarla!
Mario, che è una persona sicura ma realista, inizia a studiare e si rende conto che, anche se l’idea ha registrato numerosi consensi nella sua rete amicale, è necessario effettuare un’accurata analisi prima di sviluppare appieno la sua idea, per minimizzare la possibilità di fare un “Buco nell’acqua”.
Mario inizia con un lavoro di ricerca:
- Cerca online idee simili alla sua per acquisire spunti;
- Cerca sul suo territorio altre persone ed Enti che hanno sviluppato simili progettualità o che operano in contesti simili a quello che egli vuole proporre;
- Rispetto alla sua prima analisi individua i possibili “stakeholders” ovvero persone ed Enti che potrebbero essere interessati direttamente o indirettamente dalla sua idea, negativamente o positivamente;
Mario registra un forte interesse da parte della rete di Negozianti del paesino di Monopoli nell’incrementare il turismo, allo stesso tempo trova un articolo di giornale in cui scopre che ci sono state acerbe discussioni in merito all’utilizzo di biciclette sui sentieri vicino a Monopoli poiché sembra che in passato le persone che facevano “Enduro” abbiano danneggiato il sottobosco.
Decide a questo punto di approfondire l’argomento ed organizza un processo di “Programmazione partecipativa” ovvero inizia ad intervistare le persone che potrebbero essere interessate all’argomento, raccoglie dati statistici, effettua sondaggi.
Dopo due settimane di lavoro Mario pensa di aver finalmente un quadro chiaro della situazione. È pronto per organizzare il suo primo “Laboratorio di Programmazione”.
Identificando gli attori che secondo Mario devono assolutamente far parte del processo di progettazione (équipe tecnica, eventuali decisori politici, animatori sociali ecc.), Mario organizza una riunione e consegna a tutti dei pennarelli e dei grandi fogli di carta, divide le persone in piccoli gruppi di 3 in cui viene individuato un “Referente” e seguendo il metodo del “Word Cafè” inizia un processo di Brainstorming.
Mario Racconta al gruppo (ha individuato una dozzina di persone da coinvolgere) la sua idea di partenza e dove lo ha portato l’analisi effettuata, nel frattempo i gruppi disegnano liberamente sui fogli, prendono appunti, ecc.
Dopo una mezz’ora circa di presentazione Mario chiede ad ogni singolo gruppo di confrontarsi su quanto sino a quel momento registrato da ogni componente e di elaborare un “Albero dei Problemi”.
L’Albero dei Problemi
“Un Albero dei Problemi è una semplice rappresentazione dei problemi in un ordine gerarchico. Per elaborare il diagramma bisogna prima di tutto identificare i diversi problemi e sceglierne uno da cui partire. Si individua poi un secondo problema in relazione al primo e si definisce se esso sia:
- causa del primo, nel qual caso è posto graficamente ad un livello inferiore;
- effetto del primo, nel qual caso è posto graficamente ad un livello superiore;
- Né causa né effetto, nel qual caso si pone sullo stesso piano. “

*Ci sono alcune difficoltà che solitamente emergono durante le fasi di analisi e di identificazione delle problematiche:
una specificazione inadeguata dei problemi e la loro formulazione in termini di ‘assenza di’: Un’inadeguata specificazione dei problemi rende difficile la comunicazione sulla vera natura delle problematiche da affrontare. Affermazioni del tipo ‘scarse capacità di gestione’ devono essere ulteriormente specificate cosicché si possa comprendere quale sia effettivamente il problema e si possano analizzare le cause sottostanti. Le ‘scarse capacità di gestione’ possono sottintendere, per esempio, ‘inadeguato controllo finanziario’, ‘consegna ritardata di servizi fondamentali’, ecc. Identificare il giusto livello di specificazione dipende molto dalla capacità di giudizio del moderatore del laboratorio e dai partecipanti. Dipenderà anche dalla vastità degli scopi del progetto. I problemi formulati in termini di ‘assenza di’ sono dei falsi problemi e non descrivono tanto le problematiche da risolvere quanto l’assenza di una situazione desiderata.
Completata questa prima fase di analisi, eliminati i “Falsi problemi” e riformulati adeguatamente quelli eccessivamente generici si è già a buon punto, è tempo di “girare i poli” all’analisi sinora effettuata e convertire tutti i problemi in obiettivi, ciò ci permetterà di avere una prima traccia rispetto a come procedere rispetto alla situazione complessiva!
L’ Albero degli obiettivi

L’albero degli Obiettivi dunque prevede la riformulazione delle problematiche in obiettivi raggiungibili.
L’Albero degli Obiettivi può essere pensato come lo specchio positivo dell’Albero dei Problemi, dove al rapporto di ‘causa-effetto’ tra i problemi si sostituisce quello dei mezzi per ottenere lo scopo’ in cui l’Obiettivo è il mezzo per risolvere il problema.
A volte, compilando un Albero degli Obiettivi, sono individuati degli ‘obiettivi’ che non sono in relazione a ‘problemi’ specifici indicati nell’Albero dei Problemi. In questo caso, è necessario individuare il rapporto tra ‘mezzo’ e ‘scopo’, in altre parole, identificare quale sia il ‘problema’ che l’‘obiettivo’ si propone di risolvere. Obiettivi che riguardano questioni simili tra loro possono essere raggruppati in categorie che formeranno la base per l’Analisi Strategica. Una volta completato, l’Albero degli Obiettivi fornisce un quadro esauriente della situazione futura desiderata.
Al termine di queste due settimane di lavoro avremo:
-Una analisi dettagliata della situazione;
-Un confronto scritto tra persone realmente interessate all’organizzazione del progetto;
- Un quadro dettagliato delle criticità riscontrate;
- Una rosa di obiettivi.
Dalla rosa di obiettivi partiremo per la costruzione del nostro progetto, poiché proprio da quelli si delineerà la nostra “Analisi Strategica” prima della compilazione della nostra matrice di progetto, che affronteremo nel prossimo articolo!

Autore
Livio Ricci
Data di pubblicazione: 10 marzo 2022